La matematica (e non solo) s'impara muovendosi...


Silenziosi, fermi e composti. Anche se negli ultimi decenni questa immagine degli alunni in classe non è più attuale, l'idea che quanto più regnano silenzio e immobilità tanto migliori sono le opportunità di concentrazione è difficile da sradicare. 

A quanto pare, invece, non è cosi. 

Una ricca ed espressiva gestualità consente di insegnare meglio, ma non solo: la ripetizione spontanea dei movimenti e degli atteggiamenti dell'insegnante da parte del bambino ha un impatto positivo sull'apprendimento.

Ad affermarlo è una ricerca svolta da psicologi dell'Università di Chicago, pubblicata sul «Journal of Cognition and Development», che ha esaminato alcune classi di alunni delle elementari, alle prese con i rudimenti della matematica

  • Ai bambini veniva mostrato come risolvere, per esempio, un semplice problema, come trovare la soluzione dell'equazione "4 + 6 + 3 = 4 + ..."

Successivamente veniva sottoposto loro un altro problema simile, ma mentre ad alcuni era chiesto di eseguire il compito solo verbalmente, ad altri veniva detto di risolverlo come aveva fatto il maestro e, se non lo facevano spontaneamente, di mimarne anche la gestualità. 

I risultati migliori sono stati invariabilmente ottenuti dagli studenti che erano liberi di sfruttare anche i movimenti del corpo, e in particolare da quelli che tendevano a farlo senza essere richiesti. 

Secondo Susan Goldin-Meadow, la coordinatrice della ricerca, una gestualità spontanea può aiutare l'apprendimento sia attraverso un'ottimizzazione della memoria necessaria per risolvere il problema, sia fornendo un'immagine supportata da un'azione che aiuta a comprendere e ricordare la lezione. 


Fonte: un articolo di GG tratto da un vecchio numero di Mente & Cervello, aprile 2006
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